Mario Magnotta, collaboratore scolastico, è morto il 5 gennaio del 2009, quattro mesi prima del terremoto che ha devastato la sua città, l'Aquila. Quella che nell'ultimo periodo diceva di non amare più, ma che chi lo ha conosciuto interpretava solo come parole d'amore venate di malinconia. La stessa che però ha deciso di dedicargli una via, come ha deliberato la giunta comunale, dopo la petizione pervenuta al sindaco e dopo anni di richieste in Rete. Altre strade verranno intitolate a Marco Simoncelli, il giovane motociclista scomparso a soli 24 anni durante il Gran premio di Sepang. E poi a Marcello Vittorini, Gianfranco Natali, Italo Grossi e Antonio Cordeschi.
Ma perché una via per Magnotta, sconosciuto rispetto agli altri nomi? Perché Mario Magnotta ha incarnato, inizialmente e per un buon periodo non per sua volontà, la rappresentazione più completa della vittima della goliardia, al momento insuperata, forse insuperabile. Nel caso di Magnotta, il destino un giorno nel 1986 ha preso la forma di uno scherzo telefonico feroce, in cui per mesi gli autori Videtta e De Dominicis hanno abilmente tessuto ai danni del povero Mario una trama fatta di elettrodomestici ordinati...
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